La croce, simbolo cardine della cristianità che rimanda allo strumento usato per l’uccisione di Cristo ma anche simbolo della sua resurrezione e vita eterna.
Tuttavia la croce è un simbolo antichissimo, riscontrabile fin da tempi remoti in diverse culture e con diversi significati.
Nel mondo cristiano non è raro trovare simboli religiosi al di fuori dei luoghi adibiti al culto bensì croci ed altri simboli sono presenti sulle facciate degli edifici come anche incise nella nuda roccia.

A Castel di Sangro ci si può imbattere, ad esempio, nel simbolo IHS (abbreviazione del nome Iesous) solitamente inciso sulle abitazioni a testimonianza del passaggio di San Bernardino da Siena nel XV secolo. Il parroco della basilica di Santa Maria Assunta ci ha raccontato la vicenda di una persona che operava con il denaro in maniera poco etica, ed a seguito dell’incontro con San Bernardino si convertì e per devozione incise il simbolo IHS sulla porta della propria abitazione.

Ma in questo articolo vogliamo concentrarci su di un simbolo che racchiude significati ancora da svelare: il segno del Golgota.

Si tratta di una croce sopra un triangolo o una semicirconferenza che rappresenta il Golgota, luogo della crocifissione di Cristo.

Nel centro storico, in via Aurelio Balzano, un antico edificio reca sull’architrave di una porta (su cui è anche incisa la data 1515) e lo stipite di una finestra quelle che ci sembrano essere delle croci del Golgota, come riportate in foto.

In questo caso, come avete visto nelle foto, il monte Golgota è raffigurato con le estremità ricurve verso l’alto che lo fanno rassomigliare alla lettera greca Omega (Ω); il richiamo all’omega potrebbe essere probabile in quanto le lettere alfa ed omega (la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco) venivano spesso raffigurate insieme alla croce per rappresentare Dio visto come il principio e la fine.

Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine. 14 Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte della città! 15 Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna.

(Apocalisse Giovanni 22:13)

La rappresentazione dell’omega senza l’alfa, o con un’alfa non espressamente evidente, può essere un caso piuttosto raro ma non improbabile, come si può notare in uno stemma che si conserva, sempre a Castel di Sangro, nel lavatoio di fine ottocento realizzato nel cortile dell’ex convento delle Clarisse (ora adibito ad hotel).

Il simbolo del Golgota che vi abbiamo mostrato potrebbe non essere un caso isolato. Una incisione, che curiosamente riporta la stessa data 1515 di quelle in via Aurelio Balzano, potrebbe presentare un altro ma più elaborato segno del Golgota.

Questo simbolo, presente su un blocco di pietra attualmente esposto nel Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro, è stato però identificato come marchio.
La parte superiore è del tutto simile ai segni del Golgota più diffusi, quelli con la croce sul monte a forma triangolare. La parte inferiore è più interessante: anche in questo caso abbiamo l’omega (ω) (e forse anche l’alfa (Αα) celata nella forma triangolare del monte) ma lo stesso segno può rappresentare la leggenda secondo cui il Golgota sarebbe anche il luogo dove la Terra si aprì e racchiuse la salma di Adamo. Questa leggenda è all’origine della denominazione latina Calvario che letteralmente significa “luogo del cranio (di Adamo)”, infatti in molte raffigurazioni pittoriche, il teschio di Adamo è posto ai piedi della croce di Gesù.

Monastero di Dafni, XI secolo

Continuando ad osservare il simbolo notiamo due estremità che potrebbero rappresentare in forma stilizzata, insieme alla croce centrale, le tre croci (vedi fig. sotto) ma non solo, perché sempre secondo la stessa leggenda, tre furono gli alberi che germogliarono dai tre semi che Seth mise sotto la lingua del padre Adamo alla sua morte: l’olivo da cui si trarrà il legno per la croce di Cristo, il cedro ed il cipresso.

Quale poteva essere il motivo che spingeva ad apporre il segno del Golgota sulle abitazioni? E’ possibile che tali segni venissero incisi non solo per devozione ma anche con funzione apotropaica, ovvero per tenere lontano il male.

Ma, come abbiamo accennato all’inizio, il segno del Golgota non si trova solo sulle abitazioni. A tal proposito, sempre a Castel di Sangro, vi sono due croci che si trovano graffite sulla roccia del colle di San Giovanni. Una, più stilizzata, è un graffito leggero sulla parete rocciosa e l’altra, poco distante, è più elaborata come potete vedere in figura

La posizione particolare di queste croci potrebbe suggerirci che esse siano state incise per identificare un luogo sacro, tuttavia possiamo avanzare anche un’altra ipotesi.

Il segno del Golgota compare anche in incisioni attribuibili ai cavalieri Templari. Ad esempio, questo simbolo è stato rinvenuto nei luoghi dove i Templari furono tenuti prigionieri.

Graffiti templari della prigione di Domme
(fonte https://storia-controstoria.org/europa-segreta/graffiti-templari-domme/)

Comparando le croci si può notare una spiccata somiglianza. Aggiungiamo inoltre che il colle di San Giovanni richiama nel toponimo uno dei santi più venerati dai cavalieri del Tempio, pertanto non possiamo escludere che ciò costituisca un ulteriore indizio per avvalorare l’ipotesi della presenza dei cavalieri Templari sul nostro territorio.

In questo breve viaggio abbiamo analizzato i segni del Golgota ma sono molteplici i simboli ancora da scoprire ed interpretare. Magari un piccolo graffito sull’architrave di una vecchia casa o su una pietra lungo un sentiero può racchiudere dentro di sé storie, leggende, superstizioni e significati nascosti.

— di Concetta Rocci e Giovanni Santostefano