di Concetta Rocci e Giovanni Santostefano

Monte Pagano si trova a est di Castel di Sangro. Si ipotizza che il suo nome derivi dal fatto che fu l’ultimo rifugio dei seguaci dei culti pagani. Ad alimentare la suggestione del luogo hanno contribuito racconti e dicerie di presunti fuochi fatui: misteriose fiammelle che apparirebbero all’improvviso nel buio.

Monte Pagano

Monte Pagano è attraversato da una galleria di oltre tre chilometri, la più lunga della tratta ferroviaria Sulmona-Castel di Sangro-Isernia. All’epoca della sua costruzione questa linea, completata nel 1897, venne considerata una delle più ardite opere di ingegneria ferroviaria. Inoltre, la stazione di Rivisondoli, a quota 1.268 metri sul livello del mare, è la più alta d’Italia dopo quella del Brennero.

Anne Macdonell nel suo libro Negli Abruzzi descriveva così le ferrovie abruzzesi:

La rete ferroviaria, al contrario, è povera ma costituisce un’autentica meraviglia del mondo per il modo in cui aggira le alture, le sfalda e le trafora, tanto che i treni sembrano rimanere appesi per miracolo alle loro pendici…”

carta topografica monte pagano
Carta topografica IGM 25k – imbocco della galleria di Monte Pagano

Fu proprio durante la costruzione della lunga galleria di Monte Pagano che il fenomeno dei fuochi fatui raggiunse il suo apice terrorizzando gli operai. Si raccontava che le fiammelle comparivano e sparivano all’improvviso, sbucando nel buio davanti agli occhi attoniti dei lavoratori intenti a scavare la galleria.

Fuochi fatui e luci fluttuanti nel buio non si osservano solo da noi. È un fenomeno apparentemente inspiegabile e ancora soggetto a ipotesi e studi. Famosissime a livello mondiale sono le Luci di Hessdalen in Norvegia.

Era il 1981 quando per la prima volta si sollevò il caso delle Luci di Hessdalen. Una luce venne allora avvistata fluttuare sopra l’omonima vallata, come uno spirito che aleggiava nella notte.

Nonostante di queste misteriose luci si ha traccia sin dagli anni ’30 del secolo scorso e le leggende si perdono nella notte dei tempi, fu solo tra il 1981 e il 1983 che questo fenomeno catturò una attenzione tale che media e scienziati di tutto il mondo cominciarono ad indagare per scoprirne le cause. Scesero in campo prestigiose università norvegesi e anche l’Aeronautica Militare ma i primi a installare nella valle di Hessdalen un piccolo osservatorio stabile furono ricercatori dell’università di Bologna. Il resto del mondo, nel frattempo, non escludeva alcuna ipotesi: navi e droni alieni che sorvolavano la loro base polare, anime degli antenati in viaggio, spiriti danzanti…

Luci misteriose che fluttuano nella notte non sono però una prerogativa della valle norvegese. A Marfa, in Texas e in molte altre parti del globo, molti affermano di esser stati testimoni di luci e fuochi fatui del tutto simili a quelle di Hessdalen. Si pensò al plasma liberato dai movimenti tellurici, alle aurore boreali, fino a ipotizzare che i giacimenti minerari sui due versanti della valle di Hessdalen, uniti al fiume che scorre in essa, avrebbero dato vita a una gigantesca batteria pronta a generare sfere di plasma fluttuanti.

luci di Hessdalen
Le luci di Hessdalen

Ritornando ai nostri fuochi fatui di Monte Pagano, potrebbe esserci una spiegazione razionale desumibile dalle parole contenute in una pubblicazione del 1894 di cui riportiamo l’estratto.

Giornale dei labori pubblici e delle strade ferrate (1894)

Come avete avuto modo di leggere nell’estratto, si parla di scaturigini di gas esplodente simile al grisou”.

Spiegazioni scientifiche a parte, i fuochi fatui di Monte Pagano, per chi ha avuto o avrà la fortuna e la pazienza di avvistarli, restano un’esperienza emozionante e suggestiva.