PROLOGO

Quel sogno, sempre lo stesso: ogni notte di luna piena ecco che appariva, dinanzi agli occhi della sua mente, la grande valle del fiume sopra la quale, al tramonto, una cordigliera rocciosa spiccava alta. La guglia di un verde colle si ergeva possente come un leone e lo faceva sospirare; a lato del colle, i Monti della Luna risplendevano della bianca luce dell’astro.

Quella notte, come ogni notte di plenilunio, il signorotto si risvegliò di soprassalto e, con ancora impresse nella mente le vivide immagini della mitica landa sognata e agognata, decise e disse: “Lo voglio! Voglio il Colle di San Giovanni”, e preparò il suo potente esercito per la conquista della valle e del colle che anticamente era stato di Giove e che spiccava sulla piana del Sangro, cinto dai monti della Meta e dai contradi di Scodanibbio e Schinaforte. Ieri il signorotto, principe di Borrello partì per avere il Colle, oggi quale signore lo conquisterà?!

Panoramica dal Colle di San Giovanni (con dietro il monte Arazzecca) fino al bosco di Scodanibbio, in Castel di Sangro

PRIMA PUNTATA

Il principe partì  alla conquista del territorio dei Monti della Luna (Scodanibbio e Schinaforte), alla presa del desiderato colle San Giovanni. Risalì il fiume turbolento con le barche, metà esercito avanzava sulla antica strada sannita sulla sponda sinistra, mentre l’altra metà dell’esercito che lui guidava, e spronava e arringava con veemenza, risaliva la sponda destra, percorrendo la strada romana. Avanzava e conquistava i territori e i paesi che dalle cime dei monti scendevano a valle. Conquistatore ma non distruttore, prometteva pace e ricchezze e incamerava nell’esercito tutti gli uomini validi a combattere al suo seguito. Da presso le cavalcava la principessa, sua figlia, tesoro di bellezza e splendore nel vestito rilucente d’oro, amata e rispettata da tutti al pari di una dea. Tre giorni il condottiero marciò veloce, con musiche , giullari ,trombe al suono di guerra, clangore di armi e battaglie. La terza notte, sotto un cielo tempestoso, si accampò alle falde dei Monti della Luna (a Scodanibbio) presso i ruderi del tempio romano (futura chiesa della Madonna dell’eremita) con metà dell’esercito, mentre la restante parte si accampò alle falde delle mura ciclopiche della Serra del Monaco, alla “chiana delle mele”, mentre le barche cariche di ricchezze e vettovaglie sostavano sulle sponde del fiume. Il condottiero ordinò di sostare e riposare per la notte così da scendere in battaglia al sorgere del sole e prendere il colle di San Giovanni: leone addormentato. Il Borrello non chiuse occhio , non riposò quella notte e si guardava il colle agognato e lo voleva abbracciare subito per possederlo. Il leone era temuto anche se era in silente notte addormentato e la meta ormai era vicina, ma bisognava conquistarla. L’alba si avvicinò galoppante, la notte stava per illuminarsi da su i Monti della Luna e la battaglia stava per scatenarsi in una furia bestiale. Perché, presto si vedrà… per chi vorrà!

di Raffaele Buzzelli

Le vicende narrate in questo racconto sono frutto della fantasia.