Sul ponte della Maddalena, Porta d’Abruzzo, si svolgeva il transito di merci, di eserciti che lottavano per il possesso del passo ed ogni forma di vita dell’epoca.

Un principe di Napule venne a Castello e sul ponte della Codacchiola incontrò una bella castellana che abitava nei pressi del feudo dei Caraceni.
La quatrala (ragazza) e ru princpe de Napule si incontravano di notte, di nascosto per fare l’amore in una casa segreta della Cudacchiola.

Il principe birbante, da ru Castiell, lasciava il palazzo del Re e di nascosto, incauto, scendeva giù fino al ponte della Maddalena e lì si incontravano a casa della caracena, ben disposta ad accettare le grazie amorose del bel principe napoletano.

Al tempo era un onore ed un privilegio avere il principe di una Casa Reale come amico e amante, ed era un privilegio accoglierlo in casa.

Il principe, ogni notte usava un camminamento sotterraneo che dal Castello puntava abbash (a valle), zitto zitto, chiatt chiatt, scendeva senza che le guardie e gli altri soldati potessero accorgersi dei suoi incontri amorosi con la bella.
Dopo, al mattino, lasciava la quatrala dolce e contenta e se ne risaliva per la stessa via segreta.

vista odierna della Codacchiola dal ponte della Maddalena

La tresca _giù alla Codacchiola tra la quatrala e il principe si prolungava e alla fine il fatto si era venuto a sapere tra i parenti della giovane e altra gente del luogo ma cosa si poteva fare per il bene della giovane e bella caracena?

Una mattina, il Castello si svegliò in subbuglio: il principe non era nel palazzo. Fu cercato in giro, nelle case dentro le mura ma non v’era traccia. La ricerca si protrasse tutto il giorno da parte dei soldati ma senza risultato, il principe era sparito nel nulla.

Tutte le guardie scesero in paese a controllare, ispezionando case, monumenti e ogni angolo possibile ma niente: era scomparso e nessuno lo aveva visto.

Persone vicine al principe, che avevano ricevuto le chiacchiere amorose del principe alle Porte d’Abruzzo, fecero fare ricerche in tutta la Codacchiola. Ispezionarono e rivoltarono ogni angolo abitato: dai fondaci alle case, ai giardini, dalla Cudacchiola a Colle S. Pietro.
I soldati minacciavano la galera e la morte per gli abitanti della zona ma nulla emerse ed anche queste ricerche furono vane. Il principe si era volatilizzato.
I controlli a tappeto per tutta Castel di Sangro continuarono per giorni.

Una mattina fu ritrovato finalmente il principe addormentato beato nel suo letto del palazzo del Re su al Castello. Il principe era risorto dal nulla. Si fece festa a palazzo e anche nel paese, poiché l’incubo della misteriosa scomparsa era finito.

Il principe non tornò più dalla bella caracena, che “improvvisamente” sfoggiò ricchezze, vestiti e gioielli, e la famiglia fu ricca di beni.

Il principe infatti non esigeva dalle quatrale della Cudacchiola il diritto feudale della prima notte ma si prendeva, dalla bella consenziente, il diritto d’amore di tutte le notti.
Rimane però qui il detto


Se vié alla Cudacchiola, vid come te mitt, rspetta la quatrala… ca sennò te facem fa la fin de ru princepe de Napule. Tien a mmente, arrcodatele buone, ca sem Caracen!

DETTO ANTICO

Il fatto della quatrala di Castello e del principe di Napoli, rielaborato qui per voi, in forma romanzata, da Raffaele Buzzelli, è brevemente riportato dallo storico Vincenzo Balzano nel testo “Documenti per la storia di Castel di Sangro”.

Il Re di Napoli sapeva delle avventure amorose del nipote, principe sciupafemmine, nel suo regno; lo richiamò subito a Napoli per controllarlo e tenerlo a bada.

Morto il fratello, Re di Spagna, il Re di Napoli salì al trono Spagnolo ed il nipote divenne egli stesso Re di Napoli e Sicilia, e non dimenticò Castel di Sangro, facendo grandi cose per la città.

— di Raffaele Buzzelli