In questi giorni siamo stati testimoni del passaggio di C/2022 E3, più amichevolmente chiamata “La cometa dei Neanderthal”. Le comete sono affascinanti fenomeni celesti, d’inverno magari ci ricordano il Natale mentre teorie più audaci, come quella della panspermia, associano alla loro composizione la capacità di portare i mattoncini primordiali della vita e l’acqua sui pianeti del Sistema Solare.

Un tempo, tuttavia, al loro passaggio non erano associate visioni poetiche e festose. Durante il medioevo infatti le comete venivano viste come segni di sconvolgimenti, sventure e calamità naturali, fino a generare vere e proprie psicosi nelle popolazioni come anche nelle autorità: dagli scienziati agli ecclesiastici che indivano processioni, preghiere e venivano suonate le campane per esorcizzare il funesto corpo celeste.

Come reagirono dunque i cittadini di Castel di Sangro, quando nel 1456 passò la ben nota Cometa di Halley sulle loro teste? Ce lo racconta Vincenzo Balzano nel libro “La vita di un comune del reame” e racconta di due distinti passaggi: il primo, vissuto in prima persona nel 1910, ricordandone la paura dell’avvicendarsi della Fine del Mondo da parte dei suoi concittadini, ma anche la baldoria che seguì dopo il passaggio del corpo celeste.

Il secondo passaggio descritto, invece, fu quello (riportato in moltissime altre cronache medievali) del 1456, che i Castellani affrontarono ugualmente con la paura di chi sta per ricevere una punizione divina, se non fosse che quell’anno fu davvero funesto! Si diffuse infatti un morbo nella popolazione e il territorio fu scosso da violentissimi terremoti (avete letto l’articolo su Sant’Emidio e i terremoti di Concetta? Lo trovate a questo link) e ancora sconvolgimenti geopolitici.

Insomma un quadro davvero drammatico che contribuì a far perdurare le superstizioni sul passaggio di questi meravigliosi e misteriosi fenomeni astronomici.

Per chiudere vi lascio l’estratto dal libro del Balzano, così da poter leggere la cronaca completa degli eventi del tempo

— di Giovanni Santostefano