— di Concetta Rocci e Giovanni Santostefano

…in un bel mattino dell’estate del 1671, i Castellani e gli abitanti dei dintorni sono chiamati a partecipare ad una festa del tutto singolare, straordinaria. Molta, tanta gente convenuta anche dai vari paesi della zona, era radunata fin dall’alba davanti al palazzo de Petra, ornato di drappi di varie sorti e colori, ondeggianti dalle finestre e dalle logge. La sala maggiore brulicava di signori e signore di ogni rango, di ogni età, gareggianti fra loro in eleganza e in gaiezza di vesti di nuove fogge. Vi era tutta un’ondata di gioia schietta e vivace. Quale ragione di questa adunata festosa? Come potete immaginare, in quella mattina Don Vincenzo de Petra col rispettivo intervento del Governatore Camerlengo ed Eletti innanzi a tutti i componenti della Università, faceva collocare dentro il cortile antistante il palazzo il suo “Marzocco” in segno di padronanza e di dominio…”

Particolare del Palazzo De Petra

Con queste parole, Mons. Francesco Catullo ci descrive la fastosa cerimonia per la collocazione del Marzocco, ovvero il leone in pietra, emblema dei De Petra, tutt’ora presente nel cortile del palazzo nobiliare sede dell’odierna Pinacoteca Patiniana.

La scultura è certamente uno dei simboli più popolari di Castel di Sangro, tanto da aver attribuito, nel gergo locale, al palazzo De Petra il nome di “Casa del Leone”.

Tozzo, grezzo, il nostro leone non manca di un certo fascino e fa nascere in noi degli interrogativi a cui tenteremo di dare una risposta.

Fu soprattutto durante il Medioevo che l’immagine del leone ebbe in Europa un’ampia diffusione tra i simboli araldici.

Ma qual’è il significato simbolico del leone?

Secondo una leggenda, il segno zodiacale del leone, così come gli altri undici segni, è legato alle fatiche di Ercole.

Ercole non riuscendo ad uccidere l’invulnerabile leone Nemeo, che non poteva essere ucciso da pietra o da metallo, lo strangolò. Dal leone ricavò la clava e il mantello di pelle che divennero i suoi simboli.

Bronzetto di Ercole – Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro

Il leone è collegato al Sole per via della sua forza, della sua criniera e del colore del suo manto marrone-oro. Una diceria popolare attribuisce al leone anche la capacità di guardare il sole senza rischiare di essere accecato. In Egitto il dio solare Ra veniva raffigurato anche con le sembianze di un leone.

In alchimia troviamo la duplice figura del leone verde e del leone rosso. Generalmente il primo rappresenta l’inizio dell’opera e il secondo la sua conclusione. Come spiegato nel Grande Dizionario Infernale, il leone verde è uno degli appellativi del Mercurio Filosofico, principio femminile che dà la vita e composto che estrae l’oro naturale dalle materie meno nobili. Il leone rosso è invece quel composto in grado di mutare i metalli in oro alchemico. Principio e fine, giovinezza e vecchiaia, trasmutazione metallifera e crescita interiore.

Il leone incarna le virtù guerriere e il coraggio. Forse non a caso, a Cheronea, fu rinvenuto un enorme leone di pietra nei pressi del luogo di sepoltura di 254 soldati del Battaglione Sacro dei Tebani morti, nel 338 a.C., combattendo contro l’esercito di Filippo il Macedone e Alessandro Magno. Il Battaglione Sacro della città di Tebe era un corpo militare scelto entrato nella leggenda: formato da 150 coppie di opliti, addestrati duramente, rimase imbattuto fino alla fatale battaglia di Cheronea dove combatté eroicamente sino all’estremo sacrificio.

Il Physiologus, testo del II – III secolo d.C. redatto ad Alessandria d’Egitto, contiene la descrizione allegorica di animali e piante (reali e immaginarie). Nel testo è data al leone una forte connotazione di carattere religioso ed è contenuta una particolare favola sulla nascita dei cuccioli di leone: quando il leoncino viene al mondo, esso è privo di vita e la leonessa lo veglia per tre giorni. Durante questi tre giorni la leonessa non dovrà mai distogliere il suo sguardo dal cucciolo o il leoncino non avrà mai vita. Al terzo giorno il leone padre giungerà dal suo cucciolo e gli infonderà il soffio vitale per destarlo.

Presso alcuni popoli di tradizione animista, nel leone si incarnano gli spiriti di stregoni e capi tribù. Famoso è il caso dei leoni di Tsavo. Nel 1898 sul fiume Tsavo, in Kenya, per nove mesi si diede la caccia a due leoni che si pensava avessero divorato 135 uomini durante la costruzione di una ferrovia. I locali erano convinti che i leoni fossero gli spiriti di due antichi capi tribù offesi dai lavori che stavano profanando la loro terra sacra. I due leoni, privi di criniera e lunghi tre metri circa, furono chiamati Fantasma e Tenebre. Da questa vicenda sono stati tratti due film, il più famoso dei quali è Spiriti nelle tenebre (1996).

Studi più recenti sui campioni di ossa e pelo dei due leoni, hanno comunque ridimensionato di molto il numero delle presunte vittime.

In Estremo Oriente la figura del leone veniva rappresentata in maniera molto fantasiosa e stilizzata poiché questo animale era conosciuto solo attraverso i racconti che provenivano da lontano. Spesso, le statue di due leoni venivano poste a guardia dell’accesso ai luoghi sacri: a destra il leone maschio che ha sotto la zampa una sfera e a sinistra la femmina che tiene sotto la zampa un piccolo.

Leone Guardiano nella Città Proibita

Questa simbologia antica non è solo una prerogativa orientale ma la ritroviamo anche in Occidente.

Ne sono da esempio il leone in Piazza della Signoria a Firenze e gli ottocenteschi leoni di rame davanti al palazzo dell’Ammiragliato a San Pietroburgo: tutti con una sfera sotto la zampa.

Leone in Piazza della Signoria – www.ilturista.info

Detto ciò, torniamo qui da noi, in Alto Sangro.

A Scontrone, paese che ha un leone anche nel suo stemma, vi è una scultura di pietra paragonabile a quella del palazzo De Petra di Castel di Sangro.

Leone di Scontrone – Foto di Roberto De Ficis da LINK

Osservando con attenzione la foto possiamo accorgerci che il leone stringe qualcosa sotto una delle sue zampe.

Particolare del leone di Scontrone

Potrebbe trattarsi in questo caso non di una sfera ma, di una testa d’ariete. Un particolare presente anche in statue molto datate.

Ad esempio, un leone (risalente al 1300) che tiene tra gli artigli della zampa destra una testa d’ariete è presente a Venosa (Basilicata).

Foto dal Catalogo generale dei Beni Culturali

Anche il leone di Castel di Sangro potrebbe stringere sotto la zampa una testa d’ariete?

La risposta non è semplice, dato che il deterioramento della statua ha ridotto ad una massa informe quello che sembra un oggetto sotto la zampa destra del leone.

Particolare della zampa destra del leone Castel di Sangro

Tale deterioramento potrebbe inoltre suggerirci una datazione anteriore rispetto a quella narrata da Catullo. A conferma di ciò ci viene incontro la tesi di Ezio Mattiocco che ritiene la scultura molto più datata, riportando in un suo libro codesta antica descrizione:

…da immemorabil tempo, che non vi è memoria d’huomo in contrario…”

Concludiamo il nostro articolo con due curiosità. Ovvero due dicerie di carattere popolare che riguardano la Casa del Leone e il suo marzocco di pietra.

All’inizio del 1900 coloro che abitavano nel palazzo De Petra raccontavano di aver udito, nel cuore della notte, strani rumori e un tintinnio di monete che scivolavano nel muro sino ai piani inferiori. Cercando di dare una spiegazione a questo fenomeno si ipotizzò, con molta fantasia, che nel muro ci fosse un condotto segreto utilizzato nel passato dai feudatari per pagare gli armigeri.

L’altra diceria è ancora più inquietante: si ritiene che il leone sia a guardia di un tesoro e che spostarne la statua di pietra scateni sciagure per il paese, quali terremoti o temporali.


BIBLIOGRAFIA E APPROFONDIMENTI

BIEDERMANN H., Enciclopedia dei Simboli;
MONS. FRANCESCO CATULLO, I Feudatari di Castel di Sangro e la loro influenza sugli avvenimenti italiani;
GIANNANTONIO R.-MATTIOCCO E., Castel di Sangro Guida storico-artistica;
POLIDORO M., Straordinari Misteri della Storia.