di Concetta Rocci e Giovanni Santostefano

Cosa rappresenterebbe il bassorilievo presente sul portale dell’ex Chiesa della Maddalena a Castel di Sangro?
Ed è possibile che questo misterioso bassorilievo sia in qualche modo legato ai Cavalieri templari?

Fu soprattutto durante il Medioevo che le chiese vennero ornate con fregi e sculture con temi allegorici e simbolici dai molteplici significati, a volte assai enigmatici e inquietanti. Si pensi ad esempio ai gargoille di Notre Dame de Paris, doccioni dall’aspetto terrificante.

Gargoille – Notre-Dame de Paris

Concentriamo però, ora, la nostra attenzione sul bassorilievo della cinquecentesca Chiesa della Maddalena.

Bassorilievo chiesa della Maddalena di Castel di Sangro

Al primo sguardo potremmo pensare di scorgere nel bassorilievo un intrico di foglie, fiori, rami… nodi. Un mero ornamento nato dalla fantasia del suo autore.

Osservando bene i particolari invece ci accorgiamo, con sorpresa, di trovarci difronte ad una figura simbolica, anzi, ad un animale simbolico.

Particolare bassorilievo chiesa della Maddalena

Il nostro animale però non è un animale qualunque, un animale ordinario. È un’anfisbena, un essere fantastico tratto dal bestiario medioevale.

Trattasi di un serpente dotato di due teste (una al posto della coda) e, quindi, di due letali bocche velenose. Il temuto serpente è capace di procedere in avanti e indietro, nelle due opposte direzioni, avvolgendosi in cerchio.

Delle volte, l’anfisbena si trova rappresentato con zampe o ali. Il nostro bassorilievo, logorato dal tempo, non consente di accertarne la presenza, così come non possiamo escludere, o accertare, la presenza di altri elementi simbolici. Ad esempio, del fleur de Lys, il giglio simbolo della regalità ma anche della Vergine Maria.

Ma cosa c’entra l’anfisbena con i Cavalieri templari?

La figura di un serpente avvolto nelle sue spire fino a formare un nodo o un cerchio che richiama il simbolo dell’infinito e della ciclicità, è un simbolo antico comune a molte culture arcaiche ed è presente nell’iconografia alchemica. Tra l’altro ne abbiamo già parlato in un nostro articolo riguardante dolci tradizionali dell’Alto Sangro (VAI ALL’ARTICOLO). Sembrerebbe che questa simbologia sia nata dall’apparente capacità del serpente di ringiovanire e rinnovarsi grazie alla muta.

In alcune località italiane ed europee, il serpente annodato su se stesso è strettamente legato a luoghi in cui è stata accertata la presenza dei Templari.

Il simbolo del serpente compare anche nel sigillo templare con una figura antropomorfa dalla testa di gallo e i piedi serpentini (orientati nelle due opposte direzioni).

Sigillo templare con Abraxas

Questo sigillo è un Abraxas, parola formata dalle lettere greche il cui valore numerico somma a 365 ed usata dagli gnostici a indicare l’Ente supremo dal quale derivano i 365 Eoni, ossia le entità soprannaturali che personificano l’eternità del tempo e dello spazio.

L’accostamento tra Templari e Abraxas non deve sorprenderci. È noto che i Cavalieri del Tempio vennero in contatto con movimenti gnostici che possono aver influenzato il loro credo religioso, la simbologia e le pratiche esoteriche.

Tornando al bassorilievo di Castel di Sangro, però, non possiamo ignorare alcune considerazioni. È doveroso ricordare che l’edificazione della Chiesa della Maddalena risale al XVI secolo, datazione che sembrerebbe riguardare anche il bassorilievo. Epoca in cui erano presenti i Cavalieri di Malta ma non più i Templari dai quali comunque potrebbero aver ereditato alcune simbologie. Ma è possibile che il bassorilievo possa essere stato recuperato da una precedente costruzione sita nel luogo o nei pressi della chiesa? Sull’ipotesi di questa precedente costruzione stiamo indagando e vi terremo aggiornati.

Nel darvi appuntamento al prossimo articolo, vogliamo ricordarvi i precedenti articoli riguardanti simboli legati alla presenza dei Templari a Castel di Sangro: