[…]Quando il gel si diffonde sulla terra,
come un bianco lenzuolo mortuario,
e l’agitata neve si disserra
in fosco turbinio, immenso, vario,
e fischia il vento il pellegrino, ch’erra
pe’ campi desolati, solitario,
a te ricorre nella sua preghiera,
o immagine di vita dispensiera […]

dal “Canto Sacro” di Francesco Saverio Sipari

Non v’è altro elemento che unisce l’inverno ai monti d’Abruzzo, se non il candido manto che tutto avvolge e ammorbidisce le forme aspre delle guglie di roccia che toccano il cielo.

La neve da sempre porta con sé sentimenti e significati duali: è acqua e protezione dal gelo per i campi, splendore e gioia per i fanciulli ma è talvolta anche un elemento avverso, nelle notti di bufera, o di isolamento tra le comunità rannicchiate nelle valli.

La sua interpretazione simbolica nelle tradizioni esoteriche ne esalta il rapporto con il divino, poiché essa è collegata a ciò che cade dal cielo come anche al simbolismo del monte o al carattere stesso della luce ma è anche una contrapposizione al cielo stesso, formando un asse di separazione netto tra il bianco della terra e l’azzurro.

Di seguito potete osservare qualche scatto delle recenti nevicate a Castel di Sangro.

— di Giovanni Santostefano