Il diacono Giustiniano era gravemente malato perché aveva una gamba afflitta dalla cancrena. Una notte sognò che i Santi Cosma e Damiano sostituivano la sua gamba malata con una gamba sana presa dal cadavere di un uomo etiope morto da poco. Al risveglio il diacono constatò che non si era trattato solo di un sogno ma di un vero e proprio miracolo.

Il ‘Miracolo della gamba nera’ attribuito ai fratelli medici Cosma e Damiano è abbastanza noto ed è stato raffigurato in diversi quadri e affreschi. Ad esempio, compare nel ciclo pittorico del XVII secolo nel Santuario dei Santi Cosma e Damiano ad Isernia.

Affresco del santuario di Isernia – foto presa da www.francovalente.it

I Santi Medici sono molto venerati in tutta Italia, soprattutto nel Centro e nel Sud.
Sembrerebbe che il loro culto abbia sostituito quello pagano di Castore e Polluce, i fratelli gemelli figli di Giove. La sostituzione di Dei pagani con i Santi cristiani è ben evidente ad Isernia, in questo caso però il santuario fu edificato sull’antecedente tempio dedicato al dio della fertilità Priapo.

Numerosi sono i racconti sulle doti taumaturgiche e miracolose dei due Santi, così come le più svariate espressioni del folklore relative al loro culto, come testimonia la realizzazione di questo vinile di musica popolare dell’artista di San Salvo Fred Borzacchini:


Nel lungo testo della canzone si recita:
‘Santi, Santi e valenti dottori
Martiri pieni di fede
scacciate i mali da me’

A Castel di Sangro la venerazione per i Santi Medici è sempre stata molto sentita, pari, e forse anche superiore, a quella per il Patrono San Rufo. E non mancano testimonianze, soprattutto nel passato, di chi asserisce di aver ricevuto una grazia dai Santi. Il giorno della loro festa doveva essere interamente dedicato ad onorarli. A tal proposito si racconta di disgrazie (morte del bestiame, perdita del raccolto…) accadute a coloro che, incuranti della sacralità della festa, si erano recati nei campi a lavorare.

La prima chiesa intitolata ai Santi Cosma e Damiano fu eretta in contrada La Montagnola, oggi territorio di Rionero Sannitico. Solo dopo il 1850, la sede del culto fu trasferita nell’ex Parrocchiale di San Giovanni sul Castello che già da alcuni anni ospitava un altare in loro onore.

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano sul Castello

Forse non tutti sanno che sempre sul Castello, lungo il sentiero che attraversa la pineta, è presente una roccia con delle infossature che la tradizione popolare considera le impronte impresse dalle ginocchia dei Santi. La roccia fu oggetto di culto, i fedeli vi si inginocchiavano a pregare.

Il culto delle rocce con impronte di santi era molto diffuso in Abruzzo. I fedeli attribuivano a queste pietre il potere di guarire dai mali fisici. Per tale ragione ricorrevano a dei riti che prevedevano il contatto o lo strofinamento sulla roccia sacra. In alcuni casi questa forma di litoterapia è sopravvissuta sino ai nostri giorni. Ne è un esempio il letto di San Venanzio e il sedile di Santa Rina dell’eremo di Raiano. Trattasi di una grossa pietra su cui è presente come l’impronta di un corpo umano disteso e di una specie di sedile utilizzato per invocare la guarigione dal mal di reni.

Altro retaggio di un’antica tradizione era il culto della polvere. Ogni anno, prima della processione, le statue dei Santi Cosma e Damiano venivano pulite con dei fazzoletti. Questi fazzoletti venivano riportati a casa poiché ritenuti oggetti sacri. Non dovevano essere mai lavati e venivano utilizzati in caso di malattie ponendoli sulle parti malate o doloranti.
Ci è noto che il culto della polvere era praticato anche in altri luoghi d’Italia. La polvere raccolta ai piedi della statua di San Benedetto da San Fratello (Messina) fu ritenuta miracolosa per la guarigione di una donna la cui gamba era afflitta da un male incurabile.

Attualmente la festa in onore dei Santi Cosma e Damiano si svolge, in genere, in una sola giornata: il 26 Settembre, ma viene introdotta la sera della vigilia con uno spettacolo in piazza.
Nel passato, invece, i festeggiamenti duravano fino a 4 giorni e per consuetudine non mancava mai una serata dedicata all’opera lirica.

Processione lungo il sentiero della pineta

La prima domenica del mese di Settembre i Santi vengono ‘calati’ in processione, percorrendo un’agevole strada, dalla chiesa del Castello alla Chiesa Madre*. Ma fino ad alcuni decenni fa, la processione si snodava lungo il sentiero che attraversa la pineta, un sentiero impervio, reso scivoloso dagli aghi di pino e dalla forte pendenza. E addirittura, prima della Seconda Guerra Mondiale a scendere a spalla i Santi erano le donne, irrobustite dal lavoro nei campi.

Processione sul Castello

Processione solenne

I festeggiamenti avevano il loro culmine nel giorno della processione solenne. Questa processione attraversava gran parte del paese conducendo non solo le statue dei Santi Medici ma anche quella dell’altro Comprotettore Sant’Emidio. Date le distanze da percorrere, con i dovuti cambi, occorrevano decine di portatori, cosa non difficile da reperire. Era un ambito onore, infatti, riuscire a condurre sulle proprie spalle una delle statue, tanto che si ricorreva ad un’asta. Essendo la popolazione prevalentemente contadina, molti pagavano anziché con il denaro con l’equivalente valore in grano.
Si racconta di liti avvenute durante l’asta. E non manca neppure la memoria di episodi curiosi.
Tanto era il desiderio di partecipare a questa solenne processione che gli aspiranti portatori battuti all’asta, in preda al loro fervore religioso, issavano sulle loro spalle le statue degli altri santi presenti nella chiesa.
— di Concetta Rocci

Foto del 1964: Statue dei Santi Cosma, Emidio e Damiano

*La tradizione è stata interrotta a causa del Covid-19