Misteri Alto Sangro

Luoghi, storie e misteri del Alto Sangro

Autore: Concetta Rocci Page 1 of 3

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Le rose e il pellicano

— di Concetta Rocci

Ciò che avete appena letto è narrato nel Physiologus, testo del II – III secolo d.C. redatto ad Alessandria d’Egitto che contiene la descrizione allegorica, soprattutto di carattere religioso, di animali e piante (reali e immaginari).

L’iconografia cristiana ha sempre attribuito al pellicano un alto valore simbolico accostandolo al sacrificio di Gesù sulla croce. Il sangue di Cristo, che purifica e redenta l’Umanità.

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cover torroni d'abruzzo

Torroni e torroncini d’Abruzzo

di Concetta Rocci

Vogliamo azzardare inoltre un possibile retaggio religioso legato alla presenza del miele non solo in gran parte dei torroni ma in molti dolci di Natale. La mitologia greca narra, ad esempio, che Zeus bambino venne nutrito con il miele delle api del monte Ida. Quindi il miele veniva considerato alimento sacro, cibo degli dei e offerto dagli dei. Non a caso, il miele ricorre spesso anche nei racconti biblici dove gli viene affidato un alto valore simbolico. Detto ciò è ipotizzabile un collegamento arcaico tra il miele e la sacralità della nascita di Gesù Bambino.

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Xenodochium-L’asilo per pellegrini

— di Concetta Rocci

Intorno al 1510 Manfredo Canofilo, vescovo della diocesi di Trivento, concesse ad una piccola comunità di frati Minori Osservanti di costruire un convento a Castel di Sangro sulla riva del fiume dedicato a Santa Maria Maddalena. È noto che il convento sorse sui ruderi di un antico xenodochium, ovvero di un ricovero per poveri, viandanti e pellegrini diretti in Terrasanta.

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Liquori d’Abruzzo

— di Concetta Rocci

“Il vino guarisce e rallegra l’uomo con il suo sano calore e la sua grande forza…”

Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179)

I liquori sono stati prodotti fin da tempi antichi, ancor prima che l’uomo perfezionasse la tecnica della distillazione. Furono soprattutto i monaci, durante il Medioevo, a elaborare preparati a base di vino, miele, fiori, erbe e radici. Tali preparati però, avevano uno scopo quasi esclusivamente terapeutico. Solo verso il XV secolo i liquori iniziarono a rivestire un ruolo gastronomico. E ciò avvenne grazie all’influenza degli Italiani.

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I dolci della sposa

di Concetta Rocci

Nel 1487 durante il banchetto di nozze di Lucrezia d’Este furono servite 28 portate, in piatti d’oro e d’argento, che vennero prima condotte in corteo nella piazza antistante al palazzo.

Da sempre in Abruzzo, pur senza le esagerazioni dei sontuosi banchetti rinascimentali, anche le famiglie più modeste si adoperavano con fantasia e ingegno affinché il pranzo di nozze fosse il più ricco e dignitoso possibile. Quasi una cerimonia, che seguiva la cerimonia religiosa, scandita da riti tramandati di generazione in generazione.

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Fiaba di Natale

Il racconto che segue è una fiaba originale di Concetta Rocci, scritta in occasione della mostra fotografica Favole e Fiabe, allestita dal Circolo Occhio Magico, che sarà visitabile per tutto il periodo natalizio a Castel di Sangro.
Di Seguito potete scaricare, cliccando sul pulsante “Download”, anche il PDF della fiaba, editato graficamente da Mario Romano del Circolo Occhio Magico.

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I Santi Medici

Il diacono Giustiniano era gravemente malato perché aveva una gamba afflitta dalla cancrena. Una notte sognò che i Santi Cosma e Damiano sostituivano la sua gamba malata con una gamba sana presa dal cadavere di un uomo etiope morto da poco. Al risveglio il diacono constatò che non si era trattato solo di un sogno ma di un vero e proprio miracolo.

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L’occhio cattivo

Il timore di uno sguardo invidioso (malocchio) e il desiderio di difendersi dal suo influsso negativo era molto comune nel passato e, in un certo qual modo, questo timore ancora persiste ai nostri giorni.
Per difendersi dall’occhio cattivo si faceva ricorso ad amuleti, simboli e formule.

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Il rito del passar l’acqua

In alcuni paesi dell’Alto Sangro e dell’area peligna, la scampagnata del lunedì successivo alla Pasqua è chiamata nel gergo locale: passar l’acqua.

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Ciambelline e pizze fritte di Natale

Prosegue il nostro viaggio tra i prodotti gastronomici della tradizione natalizia del nostro territorio. Lo scorso anno focalizzammo la nostra attenzione su due dolci, particolarissimi: il capitone di Barrea e i susamielli di Castel di Sangro.
In quest’articolo parleremo delle ciambelline di Ateleta e delle pizze fritte di Castel di Sangro.

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